Continuo qui

4 Mag

Cara Ida, scrivo qui il commento che e’ stato “mangiato” da wordpress. Se non ti va, puoi sempre cancellare il post.

Tu scrivi che infinite sono le motivazioni per non scrivere piu’. Credo che la nostalgia del gruppo di Splinder e Facebook giochino un ruolo importante. Io mi chiedo, pero’, perche’ non scriverle qui tali infinite motivazioni? Sono cosi’ dure da poterle esprimerle?

Ti riferisci anche al mondo intorno a noi che o fa troppo rumore o troppo silenzio. Non ti pare che varrebbe la pena di scriverlo per sgrovigliarlo tale rumore e anche tale silenzio?

Stamattina

20 Apr

Stamattina avevo commentato il tuo commento, Ida, ma per motivi che solo wordpress conosce, non sono riuscita a pubblicarlo ed e’ andato perduto.

Anche questo, credo, mi ha tenuta lontano dal blog. Tra l’altro, ne avevo aperto uno qui circa due anni fa e poco dopo l’ho chiuso, perche’ di wordpress non ne potevo piu’.

Perche’ non scriviamo?

19 Apr

Perche’ non scriviamo ?

La domanda ovviamente e’ rivolta alle scrittrici di questo blog, me compresa.

Latitiamo. Cosa ci e’ successo? Le condizioni della nostra vita sono diventate cosi’ dure da non lasciarci il tempo oppure trovare le parole per esprimerle? Nulla ci sorprende piu’, e’ diventato cosi’ banale da lasciarlo andare come sabbia tra le dita?

E’ inevitabile ricordare i tempi in cui sui nostri blog di splinder scrivevamo quasi ogni giorno. Certo, ne e’ passato di tempo e in questo tempo molte cose sono cambiate. E allora perche’ non scrivere, per esempio, di questo cambiamento?

Attendo speranzosa una risposta. Ida, Nheit, battete un colpo per favore.

Grazie

28 Feb

Felice di essere coautore di questo blog

Michela Vitturi

22 Gen

A volte, ci pensa l’aria a smuovere i pensieri tutti ammucchiati,
tra lo sconcerto e l’apatia in un cantuccio, come allodole spaurite.
E’ il vento che soffia il senso dell’attesa, tra le foglie dei cespugli,
forse solo per illuderti che il sole illumini le menti.
Intanto assapori quel profumo carico di menta e di gaggìa che la
brezza ti elargisce e, socchiudendo gli occhi, lo trattieni
sporgendoti oltre, come affacciata ad un balcone e con difronte il mare.
Certi luoghi
, se ci pensi, é come avessero  pelle e pure braccia,
spalle possenti per sostenere i tuoi passi vacillanti.
Certi luoghi respirano, si svegliano con te senza mai essersi addormentati,
a ripensarli, sono diventati le tue gambe, i tuoi pensieri, la forza
della tua anima spenta.
Non ti portano rancore anche se sono stati abbandonati e proprio
nel momento del bisogno, non ti chiedono i perchè,
sono sempre ad aspettarti, come se gli anni non fossero passati
e ci fosse sempre il tempo per ricominciare.
MA gli  esuli vagano invece, pure se vestiti di barocco lucente,
cropped-collage-tre-contro.jpg con la consapevolezza dello scempio mascherato,
simili a quei fregi, alle basi dei balconi del sud,
occhi sgranati e bocche atteggiate nell’atto di una smorfia.

befane alternative

6 Gen

La Befana vien di notte e i fascisti prende a botte.
Da una falce al bimbo bello e un martello a suo fratello,
sono doni popolari da lasciare ai proletari.
La Befana è tutta rossa e ci guida alla riscossa:
“Su compagni! Giù dal letto, non è tempo di dormir! Testa alta e pugno chiuso verso il sol dell’avvenir!”

Buona festa compagne!

(alla fine ce l’ho fatta, dopo giorni di duro lavoro :)) , a postare qui )

Sensazioni

23 Nov

collage ida e calabria e grecia.jpgLa terra mia me la porto sempre appresso da quando l’ho lasciata.E’ conficcata come un amo e, spesso, mi fa male  o perchè mi manca o per il fatto che mi accende di rabbia e di vergogna.Se viaggio anche in altri posti la vado cercando come pazza e ,qualche volta,la trovo in un angolino che un poco le assomiglia.A tratti l’ho ritrovata in Grecia,nel Pelio ,lì le vecchine sono vestite di nero e ti guardano negli occhi , ti regalano pure un fiore delle loro piante profumate e ti invitano a strapparlo con il gesto delle mani  come a mimare lo strappo,come volessero appagare una mancanza.E’ maestosa la Grecia,arcaica e pure semplice ,non ha quella apparecchiatura che ti fa sentire alieno ,un po’ borghese e pure fuoriposto..Sulle spiagge senti l’idioma del posto e le voci modulate,ora alte e acute nel richiamo di chi non è vicino ora basse ma mai formali ed “acconzate” ad apparire,sono accompagnate pure da una gestualità che ti riporta ad Ulisse e pure a Menelao.

 

Immagine

Figure nei cerchi:un modo per cominciare.

15 Nov

collage cerchi figure5

Irriducibile

28 Dic

abbraccio2Ripropongo un testo già presente nel mio blog ma rivisitato alla luce delle cinque parole proposte dal gioco letterario.
Irriducibile ci nasci ,te ne rendi conto presto,ne senti la pulsione anche se tra i muri della casa sei “buonina” e pure un poco remissiva ma basta soltanto affacciarsi fuori solo sulla porta e incontri un vento furibondo- pensava Emma – pure se l’aria è come stagno-che trascina in un vortice i pensieri come in preda ad ecstasy,i pensieri rossi,quelli coraggiosi contro l’ingiustizia e la viltà.
Possono vestire all’inizio panni a righettine e sedere al refettorio di una mensa,su scanni di legno,proprio quelli che lasciano schegge che si conficcano tra pelle e bordo della gonna o dei pantaloni corti. -Ne avevano diritto i più’ poveri-diceva la maestra, era un bene che ci fosse un refettorio un male invece che si desse per scontata la povertà,tanto che per un  ostinato e forte senso di uguaglianza che si faceva spazio nel suo petto,Emma chiese a sua madre se ci potesse andare .
Si mise in fila come gli altri suoi compagni per quel suo ostinato voler esser come tutti,anche se pure in casa sua gravavano i problemi,ma la sua lotta s’arresto’ davanti ad un piatto di ministra liquidina che si confondeva con il moccio che colava dai nasetti rossi dei bambini.
-La questione è che pure a serrarli gli occhi,pure se ciechi,è l’onda d’urto a farti sobbalzare-gravava il senso della distorsione, deviava il respiro in una lenta sequenza di ansia e contrazione che andavano a pesare sullo sterno.
-Lo sapeva bene che a molti non capitava di sdegnarsi e nemmeno di incupirsi, è che lei… non chiudeva mai il mondo fuori della porta,pure in solitudine era lui a seguirla, un dentro fuori e un fuori dentro che era tutt’uno,senza gerarchie,primi piani o campo lungo se non per eccedenza del momento.
Come tenerlo fuori il mondo?
C’era sempre un modo per tenerlo a fianco invece ,pure nel silenzio, e il suo era sempre stato un “modo appassionato” -troppo -per molti e per qualcuno.
“Quel troppo” con cui c’era nata era come fosse stato un timbro, quel troppo che si allenava coi muscoli e col cuore,con la pelle e pure con le vene tirate ,come corde, se lo portava pure nella classe tra gli alunni ,nell’illusione che sarebbe stato possibile cambiarlo “quel mondo” tutto rovesciato .

15 Dic

Emma  cliccare per favore su Emma a destra